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Stage 15 Febbraio 2004

In occasione del primo Stage ufficiale Us Acli, per il settore Aikido del 2004, svoltosi presso il centro sportivo di Cormano, Domenica 15 Febbraio, abbiamo avuto l'onore di rincontrare il Maestro Giovanni Filippini.

Poco più di un anno fa questo grande conoscitore ed appasionato di arti marziali ci aveva indirizzati verso uno dei tanti aspetti dell'Aikido, la Respirazione.
Questa volta la sua grande esperienza ci ha avvicinato ad un'altra caratteristica di questa meravigliosa disciplina, la possibilità di conoscerci meglio.

Durante lo svolgimento della lezione il Maestro si accorge di alcuni scompensi nel nostro fisico, osservando la nostra postura, il modo in cui compiamo i movimenti che ci invita ad eseguire, esercizi maturati da anni di conoscenza in campo marziale e medico.

Noi siamo il nostro corpo, di cui però non conosciamo nulla, nè i limiti, nè le reali possibilità.

Praticare Aikido porta a saper gestire in modo più armonico ed efficace il nostro fisico, aumentandone la coordinazione, migliorandone il portamento e il senso di equilibrio.

I movimenti tecnici richiedono infatti un gesto completo ed armonioso di tutto il corpo.

Lo studio delle arti marziali è uno studio sull'uomo per l'uomo; con l'errore si identificano le varie discipline soltanto come mezzi validi di offesa e/o difesa.

In realtà questo ne è solo una parte che sopratutto al giorno d'oggi decade di importanza, visto che il genere umano ha strumenti ben più letali di una spada e per i quali non occorre possedere una eccessiva maestria.
E' proprio questo studio sull'uomo che deve essere ben chiaro e tenuto nella giusta considerazione da ogni praticante.

Comprendere il perchè dell'efficacia di una tecnica, porsi delle domande sui principi che sono dietro ad essa, studiare il nostro corpo e quindi noi stessi per migliorarci e comprenderci. Ma le arti marziali non interessano solo il corpo, importante è anche la nostra predisposizione mentale il nostro atteggiamento.

Il Maestro Filippini gioca spesso con noi, sorprendendoci spesso con interventi insoliti, chidendoci ad esempio 'la tabella del sette' ma il suo intento è sempre il medesimo; spingerci a riflettere meglio su di noi, sui nostri comportamenti, sulle nostre emozioni per imparare a essere più coscienti di noi stessi.

Un arte marziale non è quindi una serie di movimenti che acquistano validità con potenza e velocità, nè è una strada che va intrapresa con l'obiettivo di conquistare un trofeo, ma una via da seguire con il solo scopo di migliorare se stessi.

Per quanto riguarda il programma tecnico svolto durante lo stage, gli insegnanti presenti hanno sottoposto diverse varianti non che la tecnica base associata al principio di Ikkio, seguendo l'indicazione iniziale del Maestro Filippini.

Questo movimento base racchiude in sè tutti gli aspetti fondamentali dell'Aikido, scelta di tempo, determinazione, respiro, coordinazione, equilibrio e controllo.

Oltre il programma 'a mani nude' sono state eseguite alcune tecniche di AikiJo sotto l'attenta visione del Maestro Aquilotti.

L'arte marziale prevede infatti la conoscenza del JO (un bastone di circa 126 cm di lunghezza) e del BOKKEN ossia una riproduzione in legno della katana giapponese.
E' molto importante anche in questo caso non rivolgere l'attenzione agli strumenti in quanto tali ma ai benefici che essi ci trasmettono aiutandoci a muoverci, in maniera diversa e forse più vicina alla verità.

'Ecco: per me l'aikido è stato al chiave per risolvere il problema della conoscienza; ma ho scoperto anche quello della coscienza di fronte a Dio, dell'amore e della verità.
Purtroppo ho anche scoperto che molti stanno ancora cercando in mezzo alla presunzione la loro umiltà.
Io ce l'ho fatta e con molto amore lo aguro anche a loro.
Io credo che l'aikido, come l'amore, entri in ognuno che lo ricerca nella stessa misura in cui lo desidera.'
Tratto dalla rivista SAMURAI N.3 Marzo 1983 di Paola NEUHAUS. Da MOKOTO di Giovanni Filippini.

'Noi facciamo ancora troppi personalismi; ci preoccupiamo ancora troppo di proiettare, di chiudere, di vincere, di perdere di essere bravi. Ma cosi facendo continuiamo a spezzare il nostro ritmo la nostra respirazione. Credo però che un giorno incominceremo a respirare. Allora parleremo di Aikido.'
Da MAKOTO di Giovanni Filippini.

La tecnica non è come viene detto che 'la punta di un iceberg', non è facile capire quando ci viene detto che l'Aikido è amore, anche perchè lo associamo alla nostra idea di amore e non all'amore per quello che è in un modello di comportamento che con essi stride ogni giorno sempre più.
Ma questo è Aikido.

In conclusione na dedica per tutti i praticanti dal sesto kyu al 10 Dan e un sentito grazie al Maestro Filippini, un grazie di cuore o meglio se umilmente mi è consentito: I shin den shin.

A un Maestro è stato chiesto: 'che cosa è la Via, il Do?'
Per tutta risposta il maestro additandola rispose: 'che bella montagna!'
'ma io vorrei conoscere la Via, non la montagna.'
'se non puoi raggiungere la montagna, non potrai mai raggiungere la Via.
 La Via sta davanti ai tuoi occhi.'
'E tu la vedi?' chiese stupito l'allievo.
'finchè dirai Tu e finchè dirai IO il tuo sguardo sarà offuscato dal dualismo, dagli opposti che sono in te.'
'ma allora quando non avrò nè TU nè IO, riuscirò a vedere finalmente la Via?'
'quando non ci sarà più nè Tu nè IO, che bisogno c'è di vedere?'

Da MAKOTO di Giovanni Filippini.


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