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KAGAMI BIRAKI

La seconda domenica del nuovo anno viene festeggiato in Giappone il Kagami Biraki, una festa molto antica.

Letteralmente Kagami Biraki è “aprire lo specchio”, “rompere lo specchio”. Oggi Kagami Biraki è sinonimo di “rompere la torta di riso”.

L’usanza prevede che il capofamiglia porga il Kagami Mochi, ovvero una torta di riso di forma tonda composta da due dolci, uno più piccolo e uno più grande sovrapposti, in offerta a Toshigami.
Il kagami mochi vengono poi mangiati successivamente nel giorno del Kagami Biraki.

L’origine della festa risale a prima del periodo Tokugawa (conosciuto anche come periodo Edo 1600-1867). Nelle famiglie dei Samurai il Kagami Mochi preparato veniva offerto agli Dei, gli uomini offrono il mochi davanti alla loro armatura e alle proprie armi; le donne lo offrono davanti i simboli Shinto o reliquie di antenati ponendo abiti e specchi per permetterne la purificazione.

Nella preparazione della festa venivano lucidate le armi, l’armatura e gli specchi metodo per chiarire il pensiero e rinforzare il dovere e la dedizione agli obblighi del samurai per l'anno venturo. La festa era anche un momento di compartecipazione nel consumare le torte di riso con i membri del clan o della famiglia contribuendo a rinforzare i legami sul territorio ed i legami e le alleanze fra i guerrieri.

Durante la festa del Kagami biraki, che cade l’undicesimo giorno del nuovo anno, il kagami mochi non doveva essere tagliato con delle lame e andava spezzato. Successivamente l’usanza si è diffusa alle altre classi sociali offrendo alle divinità il mochi preparato, ringraziandole di quanto avuto nell’anno passato e ricevendo la forza per affrontare il nuovo anno.
Durante i giorni in cui il mochi raggruma il riso è posto in barilotti di legno. Il giorno della festa all’apertura del barilotto si trova del liquore sulla parte superiore cosi da riprodurre lo specchio e l’usanza di romperlo.

Negli anni la festa del kagami biraki si è diffusa nei dojo di arti marziali, senza significato religioso, con caratteristiche peculiari per arti marziali quali Aikido, Judo, Kendo, Karate. Lo scopo della festa può essere riassunto nell’entrare nel nuovo anno con nuovi e buoni propositi riflettendo e meditando sull’anno passato, nel rompere lo specchio si rompe l’immagine di noi stessi del vecchio anno. Nei dojo venivano posti i mochi davanti a caschi, armature o armi o loro riproduzioni.

In Giappone molti dojo mantengono la tradizione di una cerimonia di purificazione: del sale, simbolo tradizionale di purezza, è gettato nel dojo ed è spazzato via con del pino.

In molti dojo si pratica, il secondo sabato o domenica di gennaio, un allenamento molto duro e severo di dieci o dodici ore seguito dal Zazen per concludere il vecchio anno e iniziare il nuovo in meditazione.

Negli anni passati era usanza disporre nei dojo il kagami mochi in offerta a Toshigami, successivamente all’allenamento i maestri e gli allievi tutti erano soliti consumare il mochi con fagioli rossi nel dojo stesso come simbolo di comunione spirituale. L’usanza si deve verosimilmente a Jigoro Kano (il fondatore del Judo) che aveva istituito l'abitudine al Kodokan. Da allora altre arti marziali giapponesi, quali Aikido, Karate e Jujutsu, hanno adottato la celebrazione di rinnovamento dello spirito.

Per gli allievi esterni il kagami biraki è solitamente l'unica occasione durante l'anno di ricevere una promozione di grado. Per gli insegnanti anziani, che non percepiscono ufficialmente del lucro dal loro insegnamento, il Kagami Biraki è un giorno in cui gli allievi in modo del tutto anonimo onorano i loro insegnanti con regali in denaro. Gli omaggi sono disposti all'interno di buste identiche senza nessuna identificazione.


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